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Maha Mudra


Quando anche questo ulteriore passo è stato eseguito , l'allievo è pronto per praticare il quarto livello della tecnica di Uddiyana , che richiede invece , il rilassamento dei muscoli addominali frontali.
Nell'Uddiyana ordinario questo rilassamento è seguente a una completa contrazione dei suddetti muscoli ed è completo e totale.



In questo particolare Uddiyana invece ,sebbene anche qui il rilassamento è susseguente ad una completa contrazione , esso però, possiede molte considerazioni di carattere anatomico e fisiologico diverse e meno complete dell'altro tipo.
Infatti il risultato è che , mentre questo tipo ultimo di Uddiyana è mantenuto, i muscoli restano contratti molto più vigorosamente , di quando viene praticato solo in Kumbhaka con Mula e Jalandhara Bhanda.
Conseguentemente la pressione intra-addominale e intra-polmonare viene di molto aumentata in questo tipo di Uddiyana , rispetto al tipo ordinario

La figura mostra il Maha Mudra completo con i tre Bandhas .





Con la pratica di questo particolare Uddiyana , la tecnica del Maha-Mudra è completa.Perciò possiamo vedere che questo Mudra richiede fondamentalmente quattro condizioni per essere eseguito:

Primo , spingere il tallone contro il perineo.
Secondo, afferrare con le mani intrecciate il piede della gamba correttamente distesa.
Terzo, mantenere il Kumbhaka (a polmoni pieni).
Quarto, eseguire la pratica simultanea dei tre Bandhas .

L'intera tecnica del Maha Mudra sarà ancora brevemente ma chiaramente ,chiarita appena spiegheremo qual'è il tipo di Pranayama praticato con i tre Bandhas nella posizione combinata di Pashimatana e Siddhasana. (Maha Mudra ..appunto)

Questa equazione di Maha Mudra = Pranayama ,ci fornisce il mezzo con il quale determinare la misura della difficoltà del Maha Mudra, e cioè del suo livello.
E' evidente che il Mudra sarà mantenuto tanto a lungo , quanto a lungo sarà mantenuto Kumbhaka.
Questo significa che il metro di Kumbhaka , è anche il metro di Maha Mudra .

Se un allievo è capace di mantenere Kumbhaka , diciamo per circa 30 secondi, la corretta misura della sua pratica di Maha-Mudra , dovrebbe essere anch'essa di 30 ".
Egli comunque dovrebbe , prendere nota del fatto che :
la pratica di Kumbhaka in una posizione meditativa da solo , è certamente molto meno faticosa ed estenuante di quella possibile in Pashimatana con tre bandhas , come appunto è richiesto nel Maha-Mudra !
Perciò è consigliabile che la lunghezza del Kumbhaka in Maha-Mudra , sia abbastanza più corta di quella ordinaria.
Quindi un allievo che può comodamente mantenere un Kumbhaka ordinario di 30" , è vivamente consigliato di mantenere lo stesso in Maha-Mudra , per non oltre i 15" circa !
La fine del Kumbhaka , segna la fine del Mudra , e perciò il punto dal quale inizia il ritorno progressivo , passo dopo passo del Maha-Mudra .

Nel ritorno dei passi progressivi del Maha-Mudra , l'allievo rilasserà dapprima i due bandhas : Uddiyana e Mula ,quasi simultaneamente, mentre subito dopo seguirà il rilascio di Jalandhara bandha .
Dopo potrà stirare il collo , aprire la glottide, e lentamente ma profondamente espirare l'aria trattenuta nei polmoni.
Questi processi di Puraka, Kumbhaka e Reckaka , sebbene non appartengano ad un Pranayama indipendente , devono seguire le regole di quello ordinario a cui il Pranayama è sottoposto, non dimenticando la regola che richiede il rapporto :
1:2:2 , oppure 1:4:2 , e i loro relativi rapporti corrispondenti quali quelli di cui è composto un ciclo di Pranayama .

Se ad un ciclo di Pranayama (in Maha-Mudra) debba seguirne subito un altro , oppure l'allievo preferisca fare qualche respirazione normale prima di iniziare il ciclo successivo, tutto sommato, dipende unicamente dalla scelta dell'allievo e sopratutto dalle sue capacità.
In quanto se l'allievo lo ritenesse necessario , è anche possibile rilassare per un attimo la presa del piede , e piegare il ginocchio un po', dopo il ciclo di Pranayama .
E' ovvio però, che va sempre ricordato l'obiettivo della pratica , la quale tende nel tempo a mantenere la presa e la posizione completa per un tempo sempre più lungo, praticando
anche dei Pranayama con i tre bandhas in successione rapida e senza interruzioni di respirazioni normali.

Quando l'allievo ha esaurito metà della sua energia, spesa nella prima serie di pratiche del Maha-Mudra con Pranayama, egli dovrebbe ritornare alla sua posizione normale e prepararsi mentalmente per eseguire un secondo ciclo per esaurire la seconda metà della sua energia .
Questa seconda metà , andrà spesa esattamente come la prima metà ma con alcune piccole differenze.


Invece di posizionare il tallone sinistro contro il perineo, stavolta sarà il destro ad essere in posizione, così che stavolta la gamba distesa sarà la sinistra invece che la destra , come pure è ovvio che le dita incrociate afferreranno il piede sinistro stavolta.

Tutto il resto della tecnica sarà esattamente la stessa in questa seconda parte come per la prima.



A questo proposito è fondamentale ricordare che il numero dei Kumbhaka eseguiti sia lo stesso per entrambi i lati e le due parti della tecnica.
Certamente questa puntualizzazione è solo per dare una abitudine alla regolarità , che spesso però può essere diversa , sia nell'intensità che nella durata dei Kumbhaka , tra la prima e la seconda parte , in quanto le energie non sempre sono dosate perfettamente dall'allievo.
Ma questo è perfettamente normale, quando entrambe le due fasi sono state eseguite la pratica del Maha-Mudra è conclusa.



Fino ad ora la nostra descrizione della tecnica , ha seguito quella data dalla nostra antica tradizione .

Ora però, vorremmo puntualizzare alcune varianti di questa tecnica a seconda delle differenti tradizioni a cui abbiamo rivolto la nostra attenzione.

La tradizione più vicina a quella di nostro riferimento, e certamente quella della :
Hatha-Pradipika di Svatmarama Suri.
L'autore nel suo autorevole lavoro, menziona solo due Bandhas invece che tre , da praticare mentre viene mantenuto il Kumbhaka!
Egli infatti omette Uddiyana Bandha.

Il suo commentatore Brahmananda , che viene da un altra tradizione che quella di Svatmarama Suri, differisce anche dalla nostra tradizione Madhaviya, su due importanti punti.
Primo dei punti , egli afferma di dover afferrare solo l'alluce del piede , e non tutto il piede della gamba estesa . E che la presa avvenga solo con l'aggancio da parte degli indici delle mani , e non con tutte le dita intrecciate
Inoltre come secondo, egli suggerisce che Jihva bandha deve essere accoppiato alla pratica del Kumbhaka , e non i tre bandhas !

Invece secondo l'autore della Gheranda-Samhita , un altro importante testo di Hatha-Yoga , sia Mula che Uddiyana Bandha non fanno parte in assoluto della tecnica del Maha-Mudra.
L'autore menziona soltanto Jalandhara-Bandha ,lo stesso da noi descritto, caratterizzato da "Bhrumadhya-Drishti" , che consiste nel concentrare lo sguardo al punto di incontro tra le sopracciglia.

Mentre ,secondo la tradizione dello Siva-Samhita, un terzo autorevole testo di Hatha-Yoga, il Maha-Mudra comporta una esecuzione ancora più semplice .
In quanto esso prescrive soltanto Jalandhara , escludendo sia Uddiyana che Mula , e questo Jalandhara bandha , non richiede neanche il Bhrumadhya-Drishti,già precedentemente spiegato.

Facendo un semplice confronto con le tre tradizioni qui menzionate , si evince facilmente che la nostra tradizione "Madhaviya" , è certamente quella che descrive la tecnica più difficile e complessa.
Ma certo anche per questo essa è certamente la più completa e perfetta tra tutte, difatti essa è l'unica che include anche l'Uddiyana bandha nel Maha-Mudra !
Uddiyana bandha è infatti, universalmente affermato da tutti i testi di Hatha-Yoga,la tecnica che tra tutte , più contribuisce al risveglio della Kundalini ...che è anche lo scopo del Maha-Mudra !


Ora invece vedremo meglio le proprietà specifiche di Uddiyana formanti una parte del Maha-Mudra così come la tradizione Madhaviya richiede.










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